Dis-regolazione emotiva

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Esistono comportamenti scorretti, comportamenti problematici e volontari o è più corretto parlare di dis-regolazione emotiva? La dis-regolazione è un fenomeno involontario che libera il bambino da tutte quelle etichette che non gli appartengono e che gli sono state date per lungo tempo: monello, cattivo, prevaricatore, sfidante e avanti così. Come afferma lo psicologo Ross Green: ‘I bambini fanno bene, se possono’. Se possono, non se vogliono! Quando un bambino si trova in un momento di dis-regolazione emotiva è in sovraccarico allostatico, una serie di fattori lo hanno caricato di stress ed ha un fisiologico bisogno di buttare fuori quel carico emotivo. Quando il bambino è dis-regolato può presentare uno scarso controllo del corpo, non ascoltare, essere distratto e non riuscire a fare buone scelte. Si è rotto un equilibrio ed è entrato nella dis-regolazione. I segnali della dis-regolazione sono molti, vediamone alcuni: impulsività, irritabilità, comportamenti evitanti, ipermotricità, agitazione, aggressività, opposizione, cambiare idea in modo repentino o fare richieste non ragionevoli, scoppiare a ridere in modo incontrollato, avere scarsa coordinazione motoria oppure ritirarsi o isolarsi, cercare il contatto con una persona o un oggetto, apparire apatico, imbambolato. Il calice emotivo per ogni bambino è differente: ci sono bimbi molto sensibili che entrano in dis-regolazione quando sottoposti a stimoli che per altri bimbi invece non rappresentano una fonte di sovraccarico. Il calice emotivo varia di giorno in giorno e varia anche da un momento della giornata all’altro ed è influenzato da moltissimi fattori. disregolazione-emotiva In foto vediamo lo sviluppo delle funzioni esecutive, a 20 anni non sono ancora del tutto sviluppate. Come possiamo pretendere da un bambino di 4 anni una strutturata capacità di autoregolazione?! Le funzioni esecutive sono i processi cognitivi che permettono di pianificare e controllare il comportamento da attuare in vista di un obiettivo, regolano il comportamento emotivo, attivano i processi attentivi volontari, inibiscono i comportamenti automatici e favoriscono la flessibilità cognitiva. I bambini necessitano di un supporto per la regolazione emotiva, pretendere capacità di regolazione emotiva autonoma da un bambino equivale a non conoscerne e comprenderne lo sviluppo.  Cosa possiamo fare noi adulti? Accogliere con consapevolezza la crisi, vederla per quella che è: fisiologica, inevitabile e necessaria. Dobbiamo farci guidare da una prospettiva un po’ diversa da quella che spesso guida in questi momenti: non dobbiamo fermare la crisi, ci dobbiamo stare dentro, dobbiamo accompagnarla.  E poi dobbiamo osservare: cosa scarica il mio bambino? Quali momenti della giornata o transizioni sono per lui più difficilmente gestibili? Cosa è successo prima della crisi? Quali esperienze stava facendo? Io come mi sento dentro quelle crisi? Quale atteggiamento propongo? Con quali lenti leggo quel momento? Offriamo la nostra presenza rassicurante, agiamo anziché reagire, scegliamo quale postura assumere, una postura che dice ‘Sono qui e accetto questo momento’.  Nel momento dello scoppio emotivo è spesso inutile offrire molte parole poiché il bambino non è pronto a riceverle, la parte razionale del suo cervello non è completamente attiva in quel momento, lasciamo le parole in una fase successiva.  Abbassiamoci invece, fermiamoci, respiriamo e aspettiamo vicino a lui. Accettare quel momento vuol dire già vederlo, prenderlo in carico.